Musicoterapia Psicosomatica

“Il musicoterapeuta parte da un’altra visione del reale. Vede il mondo fatto di suoni, impulsi, di correnti, di suoni e di rumori ( che siano parole o intenzioni sottili) e quando questi rumori impattano un organismo, generano distorsioni e disarmonia. La fase di disarmonia che il cliente porta, non è definitiva. Nella visione della nostra scuola la disarmonia è la cosa più naturalmente ovvia da eliminare se il musicoterapeuta conosce la grande potenzialità che è il medium comunicativo della musica e, se dalla sua intenzionalità psicosomatica, si muove positività, si crea logicamente uno stato di armonia e di benessere. tendendo presente che le cellule umane, la biologia, per funzionare correttamente devono tenere un certo ritmo, le nostre cellule devono coincidere, corrispondere o avere la libertà di creare il proprio ritmo in sintonia, in armonia con la terra, con le altre vibrazioni del’ambiente, con gli altri impulsi sonori, il sole, la luna, tutto ciò che viene visto dai fisici come magnetismo. In realtà sono onde, impulsi che hanno la possibilità di riuscire armonici o disarmonici, quindi di creare vita o morte, malessere o benessere.
( Francesco Palmirotta- Musicoterapia Psicosomatica)

Secondo l’antica concezione pitagorica che vedeva l’Essere umano come microcosmo inserito in un macrocosmo, lo stato di salute psiche-soma altro non era che la manifestazione di un equilibrio e dell’Armonia che l’uomo viveva dentro di sè e nell’ambiente intorno a lui. Nel momento in cui questo equilibrio veniva alterato, e una parte predominava sull’altra si generava disarmonia, responsabile della malattia. Secondo Platone vi è un’unica salvezza dai mali del corpo e dell’anima:
“non esercitare né l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima, affinché entrambi difendendosi conservino equilibrio e salute. Così chi si applica alla scienza o ad altro lavoro intellettuale deve anche esercitare i movimenti del corpo facendo ginnastica, e così chi alleva accuratamente il corpo deve fargli corrispondere i movimenti dell’anima, giovandosi della Musica e di tutta la philosophia”.La malattia psichica era generata dall’allontanamento, dalla privazione del Nous, intesa come coscienza, intelligenza universale.
Platone parla di scosse interiori che potevano essere stimolate con la pratica filosofica e con la musica. La vibrazione musicale umana veniva usata per ricordare nell’anima la vibrazione della musica cosmica. Oggi sappiamo che tutti i corpi, compreso quello umano e tutte le “ cose della natura” producono vibrazioni che inevitabilmente interagiscono con noi determinando il nostro stato psicosomatico. Questa è una delle motivazioni per cui l’ambiente ha un ruolo fondamentale per il nostro benessere. Siamo continuamente sottoposti a sollecitazioni il più delle volte estranee alla nostra costituzione psicofisica e che quindi tendono ad allontanarci da quel Nous platonico facendo si che una parte di noi predomini sull’altra, inserendo in noi e trasmettendo all’esterno poi, quella disarmonia che ci circonda.
È questo il principio basilare su cui si fonda la fase anamnestica dell’intervento in musicoterapia. Il musicoterapeuta in questa fase incontra il cliente per la prima volta, ne percepisce l’armonia e la disarmonia come vibrazioni esterne a quelle sue personali. Riconoscendo il “nucleo sano”, l’Io Reale, all’interno dell’individuo, celato dal suo “io alienato”, lo orienta in una direzione di intenzionale armoniosità, al fine di eliminare la sua fase disarmonica, che non è comunque definitiva. La visione reale del musicoterapeuta dipende, ovviamente, dal lavoro introspettivo verso sé, da quanto egli sappia discernere le sue problematiche e/o disarmonie dalle altrui. (Palmirotta F. musicoterapia psicosomatica). La parola anamnesi deriva dal greco “ἀνάμνησις” e dal verbo corrispettivo ἀναμιμνήσκω – ricordare.
Nell’antica Grecia la Memoria era identificata con la Dea Μνημοσύνη ( Mnemosine) signora dei colli di Eleutere , figlia di Terra e Cielo   ( Teogonia 12,-135), che generò con Zeus le nove Muse. La Memoria che rappresenta Mnemosine è la Memoria Universale, quella che permetteva di ricostruire la storia unendo il principio con la fine. Era già noto, presso i pitagorici prima, ma anche ai neopitagorici, come ci fosse un’organizzazione naturale e di come questa potesse essere alterata, ripristinata o mantenuta anche dalle vibrazioni sonore. Questa conoscenza faceva si che la musicoterapia venisse applicata come normale prassi nella antica medicina, dove, nei santuari di Asclepio, le pratiche di guarigione erano accompagnate dal suono del flauto, della lira e della cetra. Lo stesso Pitagora sosteneva : ” La materia è musica solidificata”. Lo scopo della musica terrestre nell’Antica Grecia, quella di aiutare le Anime nel ricordo della Musica dell’Armonia delle sfere, che infonde in queste l’amore delle e per le cose divine alla scoperta di quella Bellezza riconducibile al concetto di Bene plotiniano, secondo cui costituisce :
“armonizzazione delle parti della Natura e la salute c’è quando il corpo si accorda nell’Unità.”

Tutte le cellule rispondono a determinati stimoli sonori. Il segreto è nelle vibrazioni, non nella piacevolezza della melodia, ma nel benessere che se ne trae. Questo principio cellulare può essere sfruttato sia per il mantenimento di un buono stato di salute ( armonia psicosomatica) sia per il ripristino di uno stato di equilibrio a seguito della perdita dell’armonia.  Oltre alle più diffuse sensazioni di tranquillità, rallentamento dei battiti cardiaci, ve ne sono altre che riguardano delle vere e proprie trasformazioni che le cellule malate subiscono. Cellule alterate ( malate) vibrano ad una frequenza diversa rispetto ad una cellula sana, questo processo, in quanto non è proprio dell’organismo, che tende spontaneamente ad uno stato di salute e benessere, è reversibile con l’intervento di vibrazioni che ri-accordino la cellula al suo normale status. L’effetto benefico è dovuto al fatto che le vibrazioni sonore sono in grado di ripristinare la naturale vibrazione della cellula, inibendo la vibrazione distonica.
Sessioni di Musicoterapia Psicosomatica sono state effettuate nel reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Giovanni XXIII a Bari. Un gruppo di Musicoterapeuti della Scuola di Musicoterapia Psicosomatica, diretti dal Dr. Palmirotta, hanno potuto sperimentare le metodologie musicoterapiche con lo scopo di migliorare l’alimentazione del bambino attraverso la ricostruzione della sua naturale armonia psicosomatica. La sperimentazione è durata tre mesi e prevedeva due incontri settimanali con nove bambini di età compresa tra i due giorni ed i 10 mesi di vita. Fin da subito, gli effetti della musica si manifestavano come rilassamento, diminuzione della frequenza cardiaca e respiratoria. I bambini erano tutti monitorati, quindi i dati sono dimostrabili. Come strumentazione vennero utilizzati pianoforte, flauti, congas e la musica è nata frutto di improvvisazione. La sperimentazione si conclude dopo tre mesi, con un incremento della quantità di latte assunto dai bambini che adesso cominciavano ad utilizzare il biberon, una diminuzione della convalescenza ed una dichiarazione del primario che si esprime cosi: “ l’incremento dell’alimentazione dei bambini che era l’obiettivo specifico di questo studio è stato soddisfacente. Le famiglie, le mamme soprattutto, hanno partecipato in modo corale a questa esperienza ed è possibile che la riutilizzino anche a casa” il personale paramedico, inizialmente scettico, si arrese all’evidenza dei fatti. Si è così riportato un benessere reale, individuale e collettivo, non transitorio ma duraturo, attraverso la ricostruzione della coscienza psicosomatica. Il sintomo si è quindi risolto.

 

 

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