ψυχή – ( Psiche) Il Soffio vitale

” Di fronte a un sogno vero io provo la stessa emozione, la stessa visione che lo scultore, l’artista prova di fronte un blocco di marmo da scolpire, da cui trarre l’anima nella forma ottimale da realizzare. Il sogno però dura un attimo, una notte…ma la scultura di quell’anima, per un terapeuta della psiche, può durare anni o tutto il ciclo di una vita: com’ io sono un maestro dall’anima, così l’artista trae dalla pietra la forma che le è intima. Io non sono maestro di quell’anima, bensì l’idea dell’anima è maestra in me e per me…perché quella forma già realizza…e come lo scultore, io attendo fedele maestria interiore di un volo nell’esistenza. Di un passo dell’Essenza. Nel silenzio molte volte trasformo la materia della vita nell’anima che vi è infusa e invisibile motiva intensamente la sua unica realtà sotto gli occhi ingenui dell’io bambino in ogni luogo.”            ( F.Palmirotta)

Il diritto inalienabile dell’Essere umano di vivere una vita sana in armonia con se stesso e con gli altri, una vita realizzata in ogni campo, và difeso e rispettato oltre ogni credo religioso, politico, sociale. La psiche va concepita per ciò che è: il principio animante l’Essere umano, dotato di una sua intelligenza che, naturalmente, tende al benessere psicosomatico dell’individuo. L’importanza fondamentale che lo stesso Ippocrate dà alla psiche come regolatrice delle condizioni fisiche del soggetto, è chiara sin dall’inizio della sua opera quando afferma che:
“ la composizione dell’anima è analoga a quella di tutte le parti del corpo, del quale anzi è parte essa stessa.”( Corpus Hippocraticum).
Continua individuando nello πνεύμα la causa di tutte le malattie:
“È evidente che in tutte le malattie i fiati esplicano una funzione fondamentale, tutto il resto è causa concomitante ed accessoria, mentre ho dimostrato che questa è la causa delle malattie. Ho dimostrato che il πνεύμα è il fattore dominante sia nelle altre cose sia nei corpi degli esseri viventi. tutte le malattie hanno identiche manifestazioni, ma il luogo fà la differenza: perciò sembra che le malattie non si somiglino in nulla, data la diversità dei luoghi. In realtà una sola è la forma e la causa stessa di tutte le malattie”
πνεύμα (pneuma) inteso come soffio vitale, principio fondamentale di vita, che permea sia il creato che l’uomo che di esso è parte. Presente in tutte le culture di tutti i tempi : “Spirito” per i latini, “Prana” per gli hindu, “Qi” per i cinesi, “Ki” per i giapponesi, la “ vis medicatrix naturae” l’intelligenza innata del corpo, il “ balsamo interno” descritto da Paracelso. Pneuma per indicare l’anima del mondo, Logos come principio razionale di ordine cosmico. Di derivazione etimologica dal verbo “Pneo” = respirare. È infatti il respiro che fa di noi esseri viventi.

Oltre che nella testa, la sede della psiche era riconosciuta presso diverse culture, come sede di un’anima vitale, il ventre. Nella antica concezione ebraica il termine “anima vitale” veniva identificato con ruah ( R. B. Onians – le origini del pensiero europeo) che viene più volte citata nell’Antico Testamento da Giobbe e da Ezechiele.
Fin dai tempi dei babilonesi il ventre veniva indicato come la sede delle emozioni più profonde e dei nobili sentimenti come la pietà intesa come pietas, compassione.
Gli arabi identificavano questo “spirito vitale” che abita il ventre con il termine Gann. Questi erano responsabili dell’amore e della profezia. I Settanta ( i primi autori delle varie versioni bibliche), per indicare la concezione ebraica della capacità profetica legata al ventre, utilizzavano il termine di εγγαστρίμυθοι. Di derivazione greca, il termine indica : “ la divinazione (μαντεία –mantéia ) dal ventre (γαστήρ – gaster) ”e così, nell’Antico Testamento spiegavano la figura del Profeta che mangia la Sophia, che ingerita andava nel ventre. Engastrimite venivano chiamate le sacerdotesse di Apollo che si narra profetassero emettendo suoni dal ventre, venivano poi raccolti dai sacerdoti uomini. I greci conferivano grande importanza a questi spiriti nel ventre che costituivano la “psiche profetica”. Nel santuario di Apollo a Delfi, la divinazione era affidata ad una sacerdotessa, la Pizia. Fu con lo sviluppo delle varie confessioni religiose, dei loro dogmi e del concetto di “punizione divina”, che la zona del ventre, da secoli e per secoli considerata sede della vita, della forza procreativa, della rigenerazione dell’uomo, venne demonizzata, fino ad essere considerata la sede delle più basse pulsioni e dei più biechi istinti. La parte malata dell’uomo, la parte da “correggere” da dominare, da reprimere e imprigionare. Ma le recenti scoperte scientifiche sembrano riportare un po’ di luce e dignità. Risale al 1999 la scoperta, da parte di un professore della Columbia University, M. Gershon, di quello che lui chiama il secondo cervello. Il secondo cervello viene chiamato anche “ cervello viscerale” o enterico grazie al suo posizionamento : l’intestino. Si stima che disseminati nella parete intestinale vi siano circa cento milioni di neuroni, che sono in grado di elaborare dati indipendentemente dal cervello cefalico. Questo enorme numero di neuroni è di molto superiore a quello presente lungo il midollo spinale e dimostra che, il cervello viscerale, ha un’attività predominante su quello cefalico con il quale comunica continuamente. Il cervello cefalico è un elaboratore dei dati che provengono dall’intestino. La prova di questa comunicazione è che se da un lato lo stress può creare dei disturbi intestinali, è altrettanto vero che disturbi intestinali agiscono sulla variazione dell’umore. Si stima che il cervello viscerale elabora il 90% dei dati totali che raggiungono il cervello centrale.
Un dato fondamentale è che, secondo gli studi di Gershon, il 95% della serotonina presente nel nostro corpo, viene prodotta nel cervello viscerale che quindi assume un valore decisivo nella regolazione dell’umore, gioia, dolore e il ritmo veglia sonno. Il secondo cervello quindi non digerisce soltanto il cibo, ma anche le emozioni e gli stati d’animo.
Al cervello viscerale, sono affidate tutte le decisioni “inconsce”, spontanee, quelle appunto che generalmente si definiscono “ di pancia”. Questo è influenzato dal cervello cefalico, dall’ambiente esterno, dal cibo e influenza, a sua volta, l’encefalo, il sistema endocrino e quello immunitario. Molti sintomi psicosomatici, come la sindrome da colon irritabile, o malattie più gravi come quelle legate alle immunodeficienze, non sono altro che comunicazioni difettose tra i due cervelli, secondo l’ipotesi della presenza di un asse “pancia- testa“ ( Gershon- the second brain). Secondo Gershon, il cervello viscerale interviene anche nella degenerazione di malattie quali il morbo di Parkinson e Alzheimer. Se fino a poco tempo fa era sconosciuta la causa per cui, nei malati di Parkinson e di Alzheimer, oltre ai sintomi neurologici e scheletrici, si manifestassero delle importanti alterazioni nella propulsione del contenuto fecale, oggi, con la scoperta delle interazioni tra i due cervelli, non è più così. È infatti stato dimostrato che la stessa lesione rinvenuta nei tessuti delle cellule nervose dell’encefalo, si ritrova nelle cellule nervose del cervello viscerale, tanto da causare una “demenza enterica”.

Quando parliamo di psiche, intendiamo oltre che un soggetto, una realtà, una storia. Continuare nella separazione della psiche dal corpo o, peggio ancora, negarne in casi estremi l’esistenza, concorre a estraniare la psiche dal senso di realtà e la realtà dalla psiche. Questa dicotomia è responsabile del crescente aumento di disagi psicosomatici. Ecco perché è fondamentale il recupero delle origini della nostra civiltà, della nostra scienza, il che non vuol dire tornare indietro, non vuol dire regredire.

La psiche si cura con la psiche. La psiche cura la psiche.

Ontosofia e Scienza

L’Ontosofia Psicosomatica nasce dai risultati ottenuti a seguito di una ricerca psico-filosofica svoltasi in ambito clinico cominciata negli anni ’70. “Si tratta di un approccio psico-somato-dinamico, inteso come processo continuo che va dalla dimensione psichica alla dimensione corporea, alla realtà socio-ambientale in una circolarità o sfera d’azione olistico-ermeneutica” ( Palmirotta F. Symposium: Holism Beyond Postmodernism). Le forme di alienazione che si presentano con evidente disagio psichico di varia entità, sono per lo più dovute alla sovrapposizione all’Io Ontico Reale di un individuo, di un Io virtuale alienato.
La società di oggi ha la tendenza a considerare come definitivi, irrimediabili, molti stati patologici, psicosomatici o psichici, ma questo non corrisponde al vero. La presenza di un Io Alienato che offusca quello Reale in un individuo, non è innata e come tale non è definitiva. Questa è piuttosto il frutto di una serie di condizionamenti che il sistema che ruota dentro ed attorno l’individuo, opera continuamente. Nel momento in cui l’individuo, rende propri, fa entrare in sé, questi condizionamenti, gli dà vita, nasce la patologia che comincia ad autoalimentarsi. Quindi l’intero ecosistema con cui si scambia l’individuo, è apportatore o di imput nel senso della realizzazione o in quello dell’alienazione. È di tutti questi fattori e soprattutto della loro interazione e azione all’interno dell’individuo, che deve tener conto l’Ontosofia Psicosomatica Ecosistemica.
Il principio di Ontosofia Psicosomatica si è mostrato risolutivo, in base al numero di casi risolti, sia in patologie con evidenza prevalentemente somatica, sia in quelle con una maggiore evidenza psichica.

Il principio di Ontosofia Psicosomatica si basa su argomentazioni scientifiche ben precise riguardanti la fisica, la chimica e la biologia.

Principio di Auto-organizzazione e comunicazione negli organismi viventi

Nel 1944, il fisico E. Schrodinger enuncia il principio di auto-organizzazione della vita nei sistemi complessi aperti. Per sistemi complessi si intendono tutti quelli caratterizzati da una grande varietà e quantità di relazioni tra le parti che lo compongono e, il cui funzionamento, non può essere spiegato con l’analisi del funzionamento del singolo elemento, ma con lo studio delle interazioni tra i singoli elementi compositivi. I sistemi complessi sono sistemi aperti, cioè in grado di scambiare continuamente energia con l’ambiente che non possono essere trascurati per capirne il funzionamento. In particolare un sistema aperto passa continuamente da un livello di entropia ( disordine – degradazione) ad uno di neghentropia ( Prigogine nobel per la chimica 1977) che equivale all’organizzazione. Secondo Schrodinger la vita si nutre di neghentropia.
Nel 1720 venne pubblicato uno scritto di Leibniz “ Princìpi della filosofia o Monadologia” in cui l’autore enuncia la sua teoria sull’organizzazione della vita. Ritenendo impossibile che questa nella sua complessità, fosse un semplice aggregato di atomi, ipotizza la presenza di quelle che lui chiama Monadi, intendendo per monade atomi vitali ( di natura spirituale), semplici che permeavano l’universo tutto e la materia vivente e che, organizzandosi tra di loro creavano le molecole complesse. Inoltre in ogni Monade, secondo Leibniz era possibile vedere rispecchiato l’Universo intero. Il termine monade deriva dal greco Mònos che stava a intendere Uno.
Per i pitagorici la Monade coincideva con l’archè ( principio di tutte le cose) e corrispondeva all’armonia delle sfere. Il concetto della presenza di “ due materie” risale ad Empedocle e venne poi ripreso da Plotino nelle Enneadi ( enneade II, IV IV libro), dove sostiene che nell’Universo sono presenti due materie, una è quella che costituisce i corpi dotati di forma come noi li conosciamo, e l’altra è quella del mondo Intellegibile (psichica). Le sue materie sono in relazione tra loro nel senso che scambiano continuamente informazioni.
“Il mondo, dice Plotino, è un solo grande essere animato, e la sua simpatia, annulla le distanze : le membra distanti possono esercitare un’influenza reciproca senza che le parti che si frappongono siano toccate, poiché le parti simili possono non essere aderenti l’una all’altra e tuttavia avere simpatia in virtù del loro essere simili, cosicchè l’azione di un elemento spazialmente isolato non può non raggiungere il suo complemento lontano.”( E.Dodds, Parapsicologia nel mondo antico p.20) .
Con il termine simpatia ( dal greco συμπάϑεια ) si intende un’inclinazione, una naturale interazione verso ciò che è simile. Nella sua accezione originaria coincideva con Amore che ama ed è riamato. Con questa concezione di interazione simpatica nell’antichità venivano spiegati fenomeni come le comunicazioni telepatiche e gli effetti della preghiera, in particolare come l’intenzionalità messa nell’atto del pregare per qualcuno, raggiungesse quella persona. Se questo avviene per la preghiera e le costruttive intenzioni in genere, non vi è alcun motivo per cui non possa avvenire per quelle distruttive.
Secondo le moderne teorie, le intuizioni plotiniane, possono essere spiegate con gli enunciati espressi dalla fisica quantistica. Il fisico tedesco Max Plank nel 1900 divulgò la teoria dei quanti nella quale affermava:
“la materia trae origine ed esiste soltanto in virtù di una forza che fa vibrare le particelle e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l’atomo. Dobbiamo presumere che dietro questa forza esiste una Mente Cosciente e intelligente. Questa Mente è la matrice di tutta la materia”.

La prima legge della fisica dei quanti, si occupa della “ non località” , assimiliabile al concetto di simpatia plotiniano:
“il fenomeno del non località enunciato dalla prima legge della fisica quantistica spiega che in ogni accadimento naturale si produce un effetto in cui, con perfetta sincronia, accordo e compartecipazione, l’osservatore, l’osservato e l’evento fisico, nelle loro parti individuali, sono totalmente coinvolti nello stesso processo in divenire di cui sono co-autori reciprocamente influenzabili e delocalizzati … in pratica, la totalità dell’universo, tutto interconnesso in ogni sua parte, sembra essere presente al di là dello spazio – tempo, in ogni luogo e tempo” (V. Marchi, La scienza cit., pag. 281)
Secondo gli studi di Bohr, le particelle isolate sono delle astrazioni, le loro proprietà sono definibili e osservabili soltanto mediante lo studio della loro interazione con altri insiemi. Si riduce così la dicotomia esistente che vuole separate res extensa e res cogitans ( mente e spirito) inserendole in un unico grande “Universo” in cui tutto comunica, i corpi, la coscienza individuale comunica con quella universale.
Quindi gli stati di armonia o disarmonia psicosomatica sono connessi alla comunicazione tra i flussi energetici individuali con quelli sia collettivi che dell’universo. Il malessere psicosomatico altro non è che energia bloccata che non riesce più a fluire nel modo naturale.
Tutte le energie presenti nell’uomo e nell’ambiente che lo comprende, tendono ad raggiungimento di una stabilità, un omeostasi naturale ( dal greco ομέο-στάσις : stesso stato) che è poi il processo alla base di ogni cellula vivente, che ne garantisce il corretto esplicarsi delle funzioni e l’equilibrio dal punto di vista chimico, fisico e biologico.

Il principio di Sfera d’azione, su cui si basa la metodologia dell’Ontosofia Psicosomatica, ha come assunto di base la continua comunicazione e scambio energetico. L’universo sottile può essere considerato come un’interconnessione tra le sfere energetiche individuali con quella universale secondo un’armonia omeostatica. Quando alla configurazione energetica originale e reale dell’individuo, Io Ontico Reale, se ne sovrappone un’altra che secondo il principio di OP viene chiamata “ Io virtuale alieno”, viene alterato il normale stato di armonia, salute e benessere psicosomatico che costituisce invece l’Io Reale. Questa alterazione si può manifestare con dei sintomi apparentemente soltanto fisici, psichici, generalizzati o legati ad una specifica porzione del corpo : I luoghi psicosomatici di interferenza ( concetto di nucleotide ologrammatico Musicoterapia Psicosomatica p.152 ). La sfera d’azione, interviene nel ripristino della continuità energetica e può essere riassunta nella formula :
SfA = E . I = PA.
Ciò significa che la Sfera d’Azione (SfA) è il risultato di E (Energia in senso einsteiniano) moltiplicato per I (Intenzionalità dell’Essere); la risultante individuale è la costante P (Psiche, intesa in senso presocratico) moltiplicato A (Armonia, intesa in senso pitagorico come armonia delle sfere macro-microcosmiche). Questa formula funziona sul piano terapeutico e, essendo il sintomo psichico o psicosomatico un’energia bloccata, ha un rilievo fisico, nel senso che è pertinente alla realtà fisica. Quindi la formula suddetta può avere corollari e risvolti per la fisica come fu per la sincronicità di Jung (1952, 1976, pp. 451-486).(F. Palmirotta Musicoterapia Psicosomatica p.164).
Alla base della riuscita dell’applicazione del principio di OP, vi è l’intenzionalità del terapeuta, cioè la tensione intesa come energia psicobiofisica oltre il tempo, che attiva nel paziente il procedimento di realizzazione ontica esistenziale. Solo una forza di Amore incondizionato può far si che vengano attivati suddetti processi psicofisici.
L’ Eros Therapon inteso secondo l’originaria concezione di Eros come divinità. Eros rappresentava la divinità creatrice dell’universo, la somma energia organizzatrice la vita:
“ ….quindi venne Eros, il più bello fra gli dèi immortali, colui che scioglie le membra, che di tutti gli dèi e di tutti gli uomini doma nel petto l’animo ed i saggi consigli”( Esiodo – Teogonia, 120-125)
Per i pitagorici Eros era inteso come Forza-Amore e sostenevano che la forza senza Amore perdesse le sue caratteristiche. Era Amore ( Eros Therapon) che conferiva potenza e potenzialità alla forza. L’Amore-Anima che era in grado di sintonizzare il corpo come strumento che suona in Armonia con l’Universo.

Principio dell’Autopoiesi
Tra le caratteristiche che distinguono un essere vivente da un essere non vivente, troviamo: la riproduzione, l’adattamento, l’organizzazione cellulare, l’omeostasi.
Nei primi anni 60, H. Maturana, biologo, filosofo cileno, a seguito di numerosi studi condotti in campo biologico, medico e neurofisiologico, comincia a portare avanti l’idea secondo la quale, gli organismi viventi fossero delle “entità autonome” in grado di autogestirsi e autorigenerarsi in una continua trasformazione.
Le sue ricerche lo portarono nel 1972 a formulare insieme al collega F. Varela, il concetto di Autopoiesi, ( autòs – stesso ; poiesis- creazione) ossia creazione da se stesso.
Ogni sistema vivente, compreso l’essere umano, è un sistema auto poietico, con alla base la caratteristica del mantenimento della sua organizzazione ( omeostasi):
“ ….i sistemi auto poietici operano come sistemi omeostatici che hanno nella propria organizzazione la variabile critica fondamentale da essi attivamente mantenuta costante” ( Maturana, 1975)
Al fenomeno dell’auto-organizzazione, si associa, con l’evento auto poietico, una capacità di ripristino delle condizioni di equilibrio dell’organismo, che questi fa attivamente, come specifica Maturana. Ciò vuol dire che gli organismi viventi, sono in grado di “ rimediare” da soli alle alterazioni del proprio stato salutare. Quindi l’essere umano tende non soltanto a mantenere il suo stato di benessere psicosomatico ( omeostasi) ma è soprattutto in grado di ripristinarlo nel caso questo venga alterato in qualunque sua manifestazione, come capacità in lui innata. Si tratta quindi di qualcosa che è già connaturato nell’uomo, non di qualcosa che deve o può essere acquisito secondo taluni procedimenti: la Vis Medicatrix Natura, la spontanea capacità curativa di cui parlavano sia i pitagorici che Platone ed Ippocrate.
Questa capacità dell’Essere vivente si mantiene intatta e attiva nell’organismo, a meno che non intervengano fattori esterni che ne possono causare un offuscamento. Questi possono essere di varia natura e comprendono anche quelle categorie di prodotti sintetici, del tutto estranei all’organismo, che ne alterano il naturale equilibrio. Li conosciamo con il nome di farmaci ed avrebbero lo scopo di curare. In realtà lo scopo è soltanto quello di far scomparire il sintomo e far tornare un apparente benessere. Se consideriamo che il sintomo altro non è che un messaggio che viene mandato a noi dal nostro corpo e dalla nostra psiche e che dovrebbe essere ascoltato, interpretato e risolto, tutto ciò che mira a far scomparire il sintomo può essere considerato distruttivo. Lo stesso Platone riferiva nel Timeo chenè le affezioni del corpo, né dell’anima vadano “ irritate” con medicine.
La vis medicatrix natura è spiegabile con la capacità che hanno le cellule che compongono il nostro corpo, ma anche di tutti gli esseri viventi, di autoripararsi, adattarsi e trasformarsi in qualunque tipo di cellula all’occorrenza ( cellule staminali ). Il fenomeno della totipotenza cellulare e del rinnovamento è presente in tutta la natura, funghi, batteri, cellule somatiche degli organismi vegetali che sono in grado di auto rinnovarsi continuamente. All’interno del midollo spinale vi sono, nell’essere umano adulto, cellule staminali in grado di differenziarsi in neuroni, cellule epatiche o renali a seconda dell’occorrenza.

Durante il corso della vita, le cellule degli organismi viventi, essere umano compreso, sono in grado di continuare ad adattarsi, trasformandosi, a seconda delle necessità ambientali. Il fenomeno dell’adattamento è alla base della vita di tutti gli organismi. Quando si pensa all’adattamento, non si devono subito immaginare fenomeni di grande trasformazione morfofisiologica evidente. All’interno delle stesse cellule avvengono continui fenomeni di adattamento senza che noi ne siamo consapevoli ed avvengono automaticamente, come ciò che accade quando ci rechiamo ad alta quota in un ambiente rarefatto con una concentrazione di ossigeno inferiore a quella di cui disponiamo solitamente. Per sopperire a questa carenza di ossigeno, le cellule dei reni cominciano a produrre eritroproteina che stimola la produzione di globuli rossi ( J. Young – i filosofi e il cervello, p.53). La straordinarietà della cellula vivente è proprio questa, la sua continua tendenza a crescere, riprodursi e generare altra sostanza. E lo stesso avviene all’insorgere di una malattia o disfunzione che sia. Il corpo reagisce per riportare l’equilibrio a meno che non venga sconvolto dall’azione dei farmaci.
È su questa innata capacità che interviene il principio di OP creando le condizioni affinchè l’intenzionalità ontopoietica, realizzi nell’organismo l’informazione di sana crescita psicobiologia, il terapeuta, musicoterapeuta o psicoterapeuta è un tramite tra l’informazione ed il paziente. Questo non accade soltanto con i disturbi che definiamo “quotidiani” : mal di testa, mal di pancia, febbre, dolori mestruali etc, ma anche con sindromi più importanti come ulcera, morbo di Chron, disturbi dell’alimentazione, patologie osteoarticolari, virali, neoplasie e disturbi psichici come disturbo della personalità, sindromi ossessivo compulsive, schizofrenia etc.

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ALIMENTAZIONE, AGRICOLTURA ED ECOSISTEMA: LA DIETA MEDITERRANEA APRE SETTIMANA DELLA SOSTENIBILITA’

 

Maratona della Sostenibilità per la Comunità Mediterranea: questa l’occasione dell’incontro tenutosi ieri, lunedì 19 novembre, in sala consiliare, organizzata dal Cea Solinio Village in collaborazione con la Biennale Habitat e Fispmed, durante la Settimana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile.

Nonostante la presenza davvero esigua dei cittadini, il dott. Francesco Palmirotta ha comunque tenuto l’incontro portando la propria testimonianza diretta e dati scientifici in merito al tema “Madre Terra: Alimentazione, Agricoltura ed Ecosistema”, quindi ha parlato del valore della dieta mediterranea come garanzia di vita lunga e sana.
È necessario che l’alimentazione non sia solo cibo per il corpo, ma anche per la psiche e per questo deve essere equilibrata”. Il nutrizionista Lorenzo Piroddi intuì il legame fra l’alimentazione e la malattia e, ancor meglio lo studioso statunitense Ancel Keys, testimoniò l’incidenza inferiore di infarto miocardico nei paesi con una dieta povera di grassi saturi.
La dieta mediterranea, visto il suo alto valore, è stata quindi premiata quando, dal 16 novembre del 2010, è entrata a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco. “La dieta mediterranea, inoltre, ha una storia molto lunga che risale alle abitudini degli abitanti della Magna Grecia già dall’VIII sec a.C.”  ha proseguito il dott. Palmirotta, “e lo stesso ‘convito’ era considerato un momento sociale di incontro e scambio utilizzato anche da Socrate come momento educativo”.
Col passare del tempo però, in particolare negli ultimi anni, questo modello di alimentazione s’è andato corrompendo (vedi la cultura del fast food), per cui è sempre più necessario rispondere con un’azione decisa, ad esempio rispettando la ben nota ‘piramide alimentare’.
Fra i principi che si evincono dai cibi che contraddistinguono la dieta mediterranea c’è la necessità di proteggere il corpo dai radicali liberi e contrastare l’invecchiamento cellulare, grazie all’aiuto degli acidi grassi insaturi, degli antiossidanti, delle fibre e delle vitamine.
Alla base della conservazione della dieta mediterranea la necessità di promuovere la biodiversità animale e vegetale.
Ricordiamo che questa sera si terrà il secondo incontro sul tema “I disturbi dell’alimentazione”, sempre in sala consiliare alle or18,30
di Annarita Mastroserio
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crisi della famiglia

Dati Istat: crisi della famiglia
Pubblicato il1 ottobre 2010 dachildrenfree 1

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I dati Istat dicono che su 1.000 matrimoni 286 finiscono con una separazione e 176 con divorzio. Non sono delle cifre edificanti e incoraggianti, sia per chi è già sposato, sia per chi sta facendo il grande passo e solitamente è assalito da dubbi, perplessità o è molto innamorato e non si pone magari nessuna domanda sul futuro a due.
Per poter creare una coppia solida gli “ingredienti” sono davvero molti da acquistare e la “lista della spesa” non è cosa di poco conto, non si devono dare per scontate le cose e tanto meno non si devono neanche vedere in modo troppo superficiale o peggio apocalittico. Qui molto dipende dal carattere, dall’educazione della famiglia di origine, dai legami con la medesima, poiché in realtà la coppia non è fatta solo da due individui, ma intorno ad essa satellitano le famiglie, i parenti, gli amici e, per quanto si creda che tutto questo gruppo di persone non entri, in realtà ha un suo peso, e che peso delle volte! Basti pensare che, a detta proprio degli avvocati matrimonialisti, spesso la causa più frequente di separazione è la suocera magari invadente, ficcanaso, che non sta al suo posto ecc.
Certo questo non è l’unico motivo, ne esistono di molti altri come ad esempio l’incapacità di comunicare ai propri figli, di far esprimere le loro emozioni, i loro sentimenti; tutto ciò da grandi li porterà a delle difficoltà incredibili, poiché come “il serpente che si mangia la coda” non saranno a loro volta capaci di comunicare affetto, amore, o comunque avranno delle problematiche da questo punto di vista.
Senza parlare poi dei bambini cresciuti nelle famiglie di genitori in cui vige la violenza, l’anafettività ecc, in questo caso è purtroppo “normale” non avere proprio gli strumenti per comunicare con l’altro, sia esso dello stesso sesso ma anche di sesso diverso; ecco allora coppie in cui si manifestano squilibri, intolleranze, povertà morale, etica ecc.

La famiglia è quindi minata pericolosamente da tanti elementi negativi e subdoli, a cui l’occhio di un uomo e un donna sposati e all’inizio innamorati difficilmente riescono a vedere.
La famiglia di origine è la casa in cui si trova protezione, ascolto, amore, affetto, coccole, critiche costruttive e in cui ci si sente bene, da questa casa si deve uscire liberi, sicuri, capaci di relazionarsi con il resto del mondo; se invece da essa non si ricevono gli strumenti adeguati e i valori corretti diventa tutto più difficile e la stessa vita sociale risulta prima o poi compromessa.
L’amore tra due essere viventi che formano una coppia non è sempre tinto di rosa, anzi a volte assume tinte cupe, scure, tenebrose, fatte di paura, incertezza, timore, indecisione: è li che si vede allora la vera coppia, la vera famiglia, quella che riesce a superare anche le tempeste e rimanere a galla.
Mi viene in mente una pubblicità di questi giorni in cui una simpatica voce accompagna la frase “Ti piace vincere facile?”, ecco se fosse sempre tutto facile, forse nessuno di noi sarebbe messo alla prova. In pedagogia esiste il concetto molto importante che si impartisce ai giovani educatori e cioè “il mettersi in gioco”: credo che ognuno di noi, nell’esatto momento in cui decide di formare una famiglia, per non finire in quella fascia numerica di quasi 300 coppie allo sfascio, forse dovrebbe tirarsi su le maniche e provare a non mollare, ovviamente se l’impiego di energia, tempo e tante altre cose sono davvero importanti e meritevoli di attenzione.
La famiglia è una condizione che, oltre ad essere micro, è anche macro, a livello sociale, poiché ha dei risvolti sia storici, che economici, sociali ecc di un certo rilievo, da sempre. Ecco perché è fondamentale curarla e dedicarle la massima attenzione e soprattutto la capacità di ascolto, sempre, in qualsiasi momento della giornata, verso tutti coloro che ne fanno parte.
Autore: Alessandra Mallarino
http://www.amando.it/societa/attualita/dati-istat-crisi-famiglia.html

CONFERENCE 2010 SOLINIO VILLAGE

Egregi ,
chi vuole puo’ partecipare con dei lavori alla International Conference del 2010 che si terra’ a Solinio Village ovviamente supportata dai patrocini delle Istituzioni Nazionali ed in ternazionali del settore terapeutico , filosofico, ecosistemico, pedagogico ecc…..chi vuole puo’ anche collaborare all’organizzazione della suddetta nello spirito della piu ampia liberta’ di pensiero e azione. il titolo in inglese e’ : “The Wisdom from the roots of Earth Civilizations: a path for the future generations.” ….in italiano :” La Saggezza dalle radici delle civilta’ terrestri : una via per le generazioni future”.
un caro saluto,
Francesco , Prof. Palmirotta
PS : ovviamente saranno presenti personalita’ internazionali , maestri in Arte e Scienza